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La rabbiosa esultanza di De Rossi sotto la curva del Feyenoord |
Dopo aver fatto
praticamente tutto quello che volevano a Roma, i tifosi del Feyenoord hanno
perso una grande occasione per ripulire la loro immagine. Se l’andata è stata
disastrosa, il ritorno forse è stato anche peggio. Quello che i fans olandesi
hanno creato nella Capitale è, anzitutto, figlio di errori italiani: zero
prevenzione, zero intervento, solo manganellate a giochi ampiamente fatti,
qualche fermo ma ‘tornate a casa senza problemi’. Giochi già fatti ed opere
d’arte ampiamente vandalizzate. Sono stato un tifoso anch’io, ho vissuto la
curva anch’io (nel basket, ok, ma sempre curva è) e, salvo rarissimi casi, sono
sempre stato dalla parte delle tifoserie. Sinceramente, quella del Feyenoord
non rappresenta per nulla il mondo ultras. Guai ad associarli perché si butta
fango ingeneroso su un movimento mondiale che si fonda su ben altri principi.
Scontri, tafferugli, voci e cori sono una cosa, vandalizzare monumenti di una
città è altra: non c’è giustificazione e l’Italia farebbe bene a prendersi la
sua parte di responsabilità. Chiunque arrivi qui, fa quello che vuole tanto sa
che, tolta qualche ora in guardiola, poi torna sereno a casa. Salvo poi daspare
per anni, tifosi italiani che non fanno nulla. Questa è l’Italia, terra di
conquista per serbi, croati, sloveni, olandesi e chiunque voglia alzare un po’
la cresta visto che, nel loro paese, vengono immediatamente colpiti. I tifosi
olandesi sono stati chiamati in tutti i modi, scegliete voi il vocabolo
preferito tanto uno vale l’altro: vederli in azione per le via di Roma è stata
una vergogna. Il ritorno, anche, si consegna alla storia: prima il trattamento
indecente riservato ai tifosi romanisti giunti in Olanda e schedati neanche
fossero appena usciti da Regina Coeli, poi la partita su un campo di battaglia
(forse anche per la pioggia ed il clima da tregenda). Dalla banana di gomma
all’indirizzo di Gervinho fino alla sospensione del match per lancio di… tutto,
anche ombrelli giustamente. E’ stato un inferno che, chiunque ami il mondo
delle tifoserie, non potrà mai dimenticare.
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I tifosi olandesi vandalizzano la Barcaccia a Piazza di Spagna |
Non si tratta di condannare qualcuno,
basta solo guardare quello che hanno fatto. Prima vandali, poi razzisti. Da
essere umano non posso che indignarmi sperando che, almeno le Autorità
olandesi, facciano qualcosa. E, ripeto, il movimento ultras non c’entra con
queste persone. Sarò retorico? Probabilmente sì, ma stavolta il mio pensiero è
comune e non va controcorrente per partito preso. Stavolta è stata una vera
indecenza. In quello stesso
stadio, nel 2000, abbiamo buttato un Europeo già vinto. Adesso l’abbiamo
conquistato perché non bisognava essere romanisti (e non lo sono) per essere
felici. Bastava essere italiani per gioire davanti all’impresa dei giallorossi
contro un club che, in appena una settimana, ha fatto vedere tutto il suo lato
negativo. Da italiano che ha visto le sue bellezze vandalizzate (poco c’è da
salvare in questo paese, almeno difendiamolo) gioisco per l’eliminazione degli
olandesi. Ed ora, giustamente, le partite di Europa League se le vedranno in
ciabatte sul proprio divano. Quanto mi è piaciuta l’esultanza di DDR sul primo
gol. Veramente bella, veramente da chi ama la sua squadra e la sua città.
Camillo Anzoini
Complimenti Camillo
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