martedì 24 febbraio 2015

LA MIA VITA TRA PICCOLI GIGANTI

Rosaria con tutte le persone della sua vita per la ginnastica
Quando il mio caro amico Anzoini mi ha contattata per parlarmi del blog ‘OLTRE L’ULTIMO SECONDO’, spiegandomi quali fossero le ‘intenzioni’ in merito al progetto, ero felice che avesse pensato anche a me.
Non vi dico il sorriso che ho fatto quando lui, per darmi un’idea migliore di quello che mi stesse parlando, mi ha citato i Pearl Jam e il motivo per cui il loro primo album si chiamasse proprio ‘Ten’.
(Lo sapevate che il nome dell'album deve le proprie origini al numero di maglia del giocatore di basket Mookie Blaylock?)
Nel frattempo che mi ‘illuminava’ su ciò, io ero già vicina al pc a cliccare il tasto ‘mi piace’ alla pagina e a leggere qualche pezzo.
Ovvio che, nel momento in cui mi ha proposto di scrivere un articolo, non me lo sono fatta ripetere due volte. 
Perché quando si tratta di parlare di sport provo sempre una certa emozione.
Sarà perché quando ero bambina, i miei primi passi si associavano a quelli della danza (a 5 anni ho iniziato a praticare la ginnastica artistica e ritmica) oppure perché ho approfondito le mie conoscenze con lo studio (sono laureata in Scienze delle attività Motorie e Sportive e sono molto prossima alla laurea specialistica in Scienze della Formazione nel corso di Laurea Magistrale in Scienze della valutazione motoria-sportiva e tecniche di analisi e progettazione dello sport per disabili) o, ancora, perché possedendo il diploma di Tecnico Societario ottenuto presso la FGI Federazione Ginnastica d’Italia (federazione sportiva nazionale riconosciuta dal CONI) e svolgendo l’esperienza presso l’associazione sportiva dilettantistica ‘New 7° Cerchio’, nello specifico per la ginnastica artistica e la ginnastica aerobica, ho avuto modo di relazionarmi con giovani atleti e ho potuto osservare i differenti aspetti che caratterizzano il mondo sportivo.
Svolgere questa attività di tirocinio formativo all’interno di un’associazione è stata un’esperienza molto significativa. Confesso che essere un’ex ginnasta mi ha aiutato molto dato che il contesto in cui mi sono trovata non mi era nuovo, anzi, è stato molto facile approcciare con i giovani ginnasti dei diversi gruppi e delle diverse categorie.
I gruppi sono principalmente 2 dove, nel primo, troviamo bambine che, generalmente, partono dai 4 anni ma possono variare con l’età e sono quelle che hanno un primo contatto con lo sport in generale.
Il secondo gruppo, invece, varia la suddivisione all’interno degli atleti: vi sono le Allieve che vanno dagli 8 ai 10 anni, poi ci sono le Junior A (dagli 11 ai 14 anni) e le Junior B (dai 15 ai 17 anni) ed infine la categoria Senior (dai 18 anni in su).
Varia è anche la suddivisone delle categorie di gara che caratterizza ogni fascia di età: individuali femminili e maschili, coppie miste, trio e gruppo.
In questo tirocinio ho osservato e affiancato il tutor formativo Sergio Bellantonio durante le sue prestazioni, potendo, in questo modo, verificare da vicino tutte le nozioni apprese durante la fase teorica del corso.
Relazionarmi con gli atleti di età differenti mi ha fatto comprendere quanto sia bello, ma allo stesso tempo delicato, lavorare con loro poiché sono in fase di crescita, realizzando che, specialmente l’adolescenza, è da considerare come un periodo molto importante.
Inoltre, ho ritenuto fondamentale assumere un atteggiamento nei loro confronti basato sull’ascolto, sull’accoglienza e sulla comprensione.
Per questi motivi, oltre a concentrami alla spiegazione degli esercizi durante le diverse fasi di allenamento, ho assunto un atteggiamento aperto all’ascolto, al dialogo e al confronto.
Perché, molto spesso, per dare maggiore importanza alla prestazione si dimentica l’aspetto umano che, in particolare per loro che sono così giovani, ritengo sia fondamentale.
Durante ogni lezione ho osservato con diligenza e interesse i loro comportamenti, i loro atteggiamenti, le loro ansie ma anche la loro gioia, il loro piacere e il loro divertimento mentre praticavano questo sport.
Ho cercato, quindi, di stabilire una relazione empatica con i soggetti e ho provato a capire i segnali di agitazione e frustrazione, cercando di indirizzarli verso stimoli positivi per poter raggiungere gli obbiettivi durante gli allenamenti.
Rapportarmi in questo modo è stato utile per comprendere le motivazioni che spingono tutti ad allenarsi. Ho potuto constatare che praticano la ginnastica spinti non solo dalla passione, ma anche per lo svago, per il divertimento e, cosa a mio avviso fondamentale, per la salute e per i rapporti di amicizia che si instaurano tra loro che li sprona ad aiutarsi uno con l’altro e anche per capire e conoscere quali sono i propri risultati quando partecipano alle gare.
Immaginate cosa possono provare questi ragazzi così giovani quando partecipano alle gare.
Una serie di sentimenti contrastanti che sono tutti, indistintamente, da prendere altamente in considerazione. Sensazioni come paura, apprensione, ansia, le lacrime per la delusione o per la gioia.
Ho potuto apprezzare la ‘fatica’ di questo lavoro dovuto al carico emotivo che, necessariamente, accompagna ogni relazione che si viene ad instaurare, il riuscire a fronteggiare situazioni che, appunto, evocano emozioni e sentimenti anche a livello personale.
Posso dirvi che ho trovato questa esperienza bella. Ma bella davvero.
E non solo dal punto di vista formativo che, indubbiamente, ha agevolato maggiormente le mie scelte professionali e quindi ha contribuito significativamente nelle mie scelte future, ma parlo soprattutto dal punto di vista umano.
Perché confrontandomi con un mondo diverso come quello dei minori, che con certezza posso definire mai scontato e banale, ho avuto anche modo di mettermi alla prova e di comprendere la mia persona, di riflettere su me stessa e quindi di auto osservarmi.
Ne è uscito fuori che stare a contatto con gli adolescenti e i bambini è qualcosa di meraviglioso, che mentre gli stai insegnando un qualcosa, automaticamente, impari anche tu.
Riprendi in considerazione valori che da adulto un po’ dimentichi come la fiducia e il rispetto.
E, soprattutto, non rimani indifferente all’affetto che ti dimostrano in poco tempo.
Immaginatevi la scena di tante piccole pesti che vengono incontro correndo e fanno ‘a gara’ a chi deve abbracciarti per prima.
Io, onestamente, non ve la so spiegare tanta felicità.


Rosaria Ambretti

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