domenica 1 febbraio 2015

IL NOSTRO SUPERBOWL

Seattle contro New England per un grande Superbowl
Ci siamo divertiti a parlare del Superbowl scegliendo anche il possibile mvp e sparando un risultato finale (chi indovina tra noi tre non vince nulla, neanche uno schifoso caffè della macchinetta di Camillo). C’è chi soffrirà in quanto tifoso, chi ha il nemico in casa, chi guferà, chi si vestirà da Maya e chi non si è proprio qualificato e spera sempre nel miracolo. Insomma ci siamo divertiti, questo pensiamo e così siamo pronti a vivere il Superbowl. Perché è l’evento sportivo del mese, appassionati o meno bisogna seguirlo e scegliere per chi tifare se non sei tra le due finaliste. Ora tocca al campo.

Anzo: Io tifo New England Patriots, sia subito chiaro, e non da questa decade fortunata ma anche quando si perdeva sempre a Foxboro. Per scaramanzia dovrei dire che siamo sfavoriti… e così è per diversi motivi. Nonostante New England abbia spazzato via Indianapolis nella nostra finale di Conference, dimostrando serenità, forza mentale e qualità, non saremo noi a partire favoriti. Seattle è campione in carica, è più forte, ha una grandissima difesa ed ha anche un gran culo. Non so chi ha visto la finale di Conference NFC contro i Packers: bene, se non è culo quello, non so come chiamarlo. Ma può mai uno che di cognome fa Bostick (si, molto simile alla colla che sponsorizzava la serie A1 italiana di basket anni fa) farsi scappare la palla della vittoria? Sì, possibile. Così come vedere un touchdown all’overtime con quel genio di Wilson che non si accontenta di un calcio piazzato, ma vuole entrare nella storia (mai alcun touchdown all’overtime in una finale di Conference prima di questa sfida). Roba da Seahawks (finalmente abbiamo scoperto che animale è). Roba da campioni. Roba da predestinati. Noi abbiamo passeggiato coi Colts ma cadremo, sì cadremo e neanche Brady potrà salvarci. Perderemo. Siamo spacciati, Belichick non porti proprio la squadra in Arizona. Ma perché devo perdere ancora un Superbowl? Perché!!! Intanto la felpa dei Pats me la metto, non si sa mai riusciamo a sovvertire il pronostico.
Punteggio finale: Vittoria Seattle 24-21, mvp: Lynch.

Pezz: Un pallone che passa per le mani di un Packers – di nome Bostick – che rimbalza sul casco, che finisce tra le mani ancora dei Seahawks e sul quale Seattle costruisce praticamente la conquista del Superbowl di Arizona. Un pallone perfettamente gonfiato e che secondo alcuni maligni tra gli addetti ai lavori locali (specie dell’Indiana) – un po’ come i nostri giornalisti di parte – probabilmente non sarebbe mai rimbalzato se si fosse stati già all’atto finale con i Patriots visto che nel New England le amano un po’ ‘sgonfie’. Fato, palloni sgonfi, un commissioner della Nfl stile Ponzio Pilato. E siamo solo alle prime cinque righe e potremmo già chiudere il tutto lasciando che l’ironia, le frecciatine da parte anche di altri sport (non ultima quella lanciata anche da Triple H nel classico discorso di apertura dello show di Smackdown e dove ha ironizzato sulla consistenza degli attributi del Commissioner Nfl e sulla possibilità che alcuni giocatori abbiano gli attributi sgonfi) e le immagini di questa notte parlino da sole per provare a spiegare chi ha avuto la meglio, per decidere quale delle due sliding doors sia stata la migliore per salire sul tetto del mondo ancora una volta. Ma come tante volte ci dicono al di fuori dei nostri confini, ‘siamo italiani’ ed allora l’inciucio, le moviole, gli intrighi, gli ‘impeachment’ fanno parte del nostro Dna. Ma non ce ne facciamo una colpa. Non me ne faccio certo io una colpa che sono un tifoso degli Eagles di Philadelphia. Uno di quelli che ha ancora il dente avvelenato per la versione numero XXXIX dell’atto finale della stagione Nfl (24-21 il risultato finale), quando proprio Tom Brady ed i Patriots misero fine ad una delle stagioni migliori degli Eagles negli ultimi 10 anni. Da italiano puro sangue dovrei partire con la classica realtà parallela dove senza l’infortunio pre Superbowl di Terrell Owens quello ammirato in maglia Eagles sarebbe stato un attacco del tutto diverso, ma non siamo qui per questo. Siamo qui per la personale visione dell’evento catalizzatore dello sport entertainment globale. Ed allora molto personalmente senza parlare di linee di attacco, di difese, di play action, ‘I formartion’ o ‘shotgun’, penso che un po’ per il destino che li ha guidati fino a qui, un po’ per la convinzione di essere invincibili e di avere più delle sette vite come i gatti, che quel pallone passato tra le mani di Bostyck, i Seahawks sono nella situazione di tentare il più classico dei ‘back to back’ di provenienza cestistica. E poi scusate, in America si può passare e perdonare un presidente che abbia relazione extraconiugali con la stagista di turno o uno che ha fatto di tutto ed anche di più per rendere quello a stelle e strisce un pese per cosi dire attaccato alle armi un po’ come il suo natio Texas, ma col football non si scherza. La giustizia sui palloni sgonfi non è arrivata dai piani alti della Lega? Vuoi che nel paese delle ‘fairy tail’ dove il fato ha sempre un ruolo in prima fila, quest’ultimo lascerebbe impuniti chi – almeno stando ai fatti – ha fatto un po’ il furbetto.
Punteggio finale: Vittoria Seattle 21-17 dopo un supplementare, mvp: Richard Sherman (ci riprovo!!).

 Il duello nel duello tra Wilson e Brady
Landi: La corsa che porta al Superbowl Patriots e Seahawks è diametralmente opposta... A guardare le cosiddette teste di serie non sarebbe potuto essere diversamente ma come ci si arriva fa la differenza e indirizza un pronostico che è tutto per i ragazzi del New England. Se è pur vero che solo in casa han fatto cadere le grandi, la verità è che con un Brady efficace e un Gronkowski finalmente sano hanno letteralmente asfaltato le superpotenze Denver, Cincinnati e nella finale di conference una Indianapolis con tutta l'inerzia de caso. Ma vi è di più. Giocando contro una difesa aggressiva, le variabili di un gioco che può contare su corse brevi ma ficcanti e sui passaggi di uno dei qb che han fatto la storia del gioco può essere determinante. Di certo Seattle non può essere quella della semifinale dove al termine del secondo quarto aveva più intercetti che primi down o yarde guadagnate. L'anno passato Sherman e compagni incutevano timore solo x il fatto di entrare il campo, consapevoli di poter fermare chiunque, ma l'involuzione di Russel Wilson (che non è quello della sfida con Green Bay)  e le non perfette condizioni di Sherman uscito malconcio dalla predetta sfida, non fanno pensare a un bis dello storico trofeo. Poi però dovesse mettersi in mezzo la fortuna e il destino, allora scommetterei su Seattle che se continua con la sua buona sorte può qualsiasi cosa. Sinceramente non siamo nel film del Curioso Caso di Benjamin Button, dove c'era la simpatica storiella dell'uomo colpito 7 volte nella vita da un fulmine, e chi merita spesso è giusto che riceva l'alloro.
Punteggio finale: Vittoria New England 34-20, mvp: Brady (banale lo so ma di sicuro sarà protagonista).

 Appuntamento alle 24 su FoxSport. Birra, snack, caffè, rutto libero!!!

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