martedì 6 gennaio 2015

MANCOSU OLTRE L’ULTIMO SECONDO

Il rigore trasformato da Mancosu
(Foto Giuseppe Scialla)
Un’attesa lunga quasi 22 anni esatti (l’ultima sfida ufficiale risale al 1 febbraio 1993) e quel giorno, all’Arechi, la fucilata al 93’ regalò la gloria eterna a Claudio Fermanelli. Oggi, 22 anni dopo, con un rigore al 94’, Marco Mancosu si è guadagnato un posto nella storia. Non sarà una partita famosissima in giro per l’Italia pallonara, ma Casertana contro Salernitana è sicuramente uno di quei match che devi vedere. Se poi sei o casertano o salernitano, hai tanti ricordi che ti legano a questo match diverso dagli altri. Questo blog vuole raccontare le emozioni ed oggi mi svesto dai panni del cronista per indossare quelli del tifoso rossoblù. Tifoso della squadra della mia città.

La sveglia presto come non succede mai. Il biglietto c’è, la sciarpa è lavata, si può scendere in strada. I primi amici, la colazione e le bollette (avevo 1X sia chiaro), altri amici e l’attesa che corre via veloce. Ancora amici, sciarpe e sguardi, la partita si avvicina. L’ingresso, i controlli della polizia, la coreografia nella vecchia curva, il posto nei distinti ed il tempo che non passa mai. L’arrivo del pullman della Salernitana preceduto dall’aereo della polizia, i fischi, i cori. Arrivano i tifosi granata, inizia ufficialmente il derby. La magnifica coreografia anche se ero sotto uno delle strisce blu e dopo l’ho ammirata. Il sole da un lato, il vento dall’altro, freddo, caldo, le azioni. I cori storici, di una rivalità eterna accompagnano le squadre in campo. Non si supera mai il limite da entrambi i lati, bene così. Non si sblocca il match. Rischiamo parecchio nei primi 35’, rischiano loro dopo. Il panino con la mortadella gentilmente offerto che va diviso con gli amici nelle vicinanze. Il vento ti taglia il viso. Si va verso lo 0-0 con un po’ di rammarico per l’occasione sprecata di battere la capolista. Diakitè steso (per me non era rigore ma ancora non l’ho rivisto). Fischio, guardo l’arbitro, temo la simulazione, dito rivolto al dischetto. Nessuno ci crede. Mancosu e Carrus sul dischetto, la gente continua a non crederci. Va Mancosu. C’è chi vede, chi dà le spalle al campo, chi prega, chi già piange. Tiro, palla perfettamente nel sette. Gol, bolgia, colore e calore. Non si sente neanche il fischio finale. Tutti sotto i distinti, cori, sberleffi. Anche Sasà sotto i tifosi a festeggiare. La voglia di non uscire mai dal Pinto. E’ una gioia immensa che solo un casertano può capire. Grazie, possiamo ‘morire’ anche ora.



Camillo Anzoini

Nessun commento:

Posta un commento