sabato 27 dicembre 2014

INNO DELL’ANNO - CILE

Mano sul cuore durante l'inno
Uno dei pochi pregi che ho è la curiosità e la voglia di conoscere aspetti, usi, costumi, storie e tradizioni di altre culture. Rimasi affascinato dal trasporto di Bam Bam Zamorano durante l’inno del suo Cile durante i Mondiali di Francia 1998. Un canto liberatorio, propizio, in un misto meraviglioso di fierezza, orgoglio e commozione nel rappresentare la propria terra. All’epoca non parlavo una parola di spagnolo, non c’era internet e non si potevano prendere grandi informazioni anche su queste cose. Poi, col passare degli anni, mi sono sempre più affezionato alla storia cilena: da Salvador Allende a Luis Sepulveda, passando per Victor Jara, Angel Parra o altri meravigliosi musicisti di quella terra. La storia dei desaparecidos, di Augusto Pinochet Ugarte, del golpe e di quel 11 settembre 1973 che ha cambiato la storia di una nazione. Mi piaceva come suonava il nome Colo Colo (la squadra calcistica più titolata del paese) e comprai una maglia via internet. Poi sono arrivati Victor Caszely, i film, il vino e la scoperta che Colo Colo è il nome di un eroe mapuche. Ed arrivò, un giorno, anche la curiosità di capire e scoprire le parole dell’inno. Il web mi aiutava, la voglia di conoscere anche. In pochissimo tempo ho imparato, parola per parola, l’inno cileno. Il testo in spagnolo, la traduzione: ho scoperto che, se ero rimasto affascinato dall’emozione di Bam Bam, adesso tutto aveva una spiegazione. Ogni volta che l’ho ascoltato, l’ho cantato. Mi sentivo, quasi, un alieno: un italiano, senza alcun legame col Cile, conosceva e cantava quell’inno. Già prima del Mundial in Brasile, i cileni avevo conquistato l’attenzione e la simpatia del mondo col pazzesco video dei minatori, rimasti 70 giorni intrappolati sotto terra ad Atacama, che incitavano la selecion (https://www.youtube.com/watch?v=tb2RYMu5fDo).
Poi arrivò il match con l’Australia, inno… cantato. Poi la sfida con la Spagna ed inizia la leggenda. L’ultima strofa senza musica, tutto lo stadio la canta a cappella. Gli sguardi fieri di tutti, particolarmente Vidal e Bravo, il sorriso di Jara, l’indio Medel stonato come una campana, la panchina abbracciata, ma su tutti uno: l’allenatore Sampaoli. Argentino, orgogliosamente argentino, ma clamorosamente emozionato quando tutti i cileni cantano, a cappella e squarciagola il loro inno. Si vede chiaramente che vorrebbe partecipare, che vorrebbe urlare anche lui quelle parole nel cielo brasiliano, ma si contiene, trattiene, si emoziona ma resta in silenzio ad ascoltare. Anche l’Italia scopre la bellezza di quelle parole, l’orgoglio mapuche, i brividi nell’ascoltarlo. Da allora, ogni partita del Cile diventa LA PARTITA soprattutto al momento degli anni. Chiunque abbia un cuore, cileno o meno, si è emozionato nel vedere il trasporto di questa nazione verso la propria selecion di futbol. Chiunque, in un angolo del proprio cuore, ha tifato per la Roja ed è rimasto con l’urlo strozzato in gola quando Mauricio Pinilla ha centrato la traversa nell’overtime degli ottavi contro il Brasile. Ma questo è il gioco, nella mente resteranno i cileni, la loro passione, i loro cori, il loro inno. A volte, però, le parole non servono: bastono le orecchie, gli occhi, i cuori.

Ecco perché, senza tante chiacchiere, per noi di OLTRE L’ULTIMO SECONDO, l’inno cileno è l’inno del 2014.

TESTO ORIGINALE

Puro, Chile, es tu cielo azulado, puras brisas te cruzan también,
y tu campo de flores bordado es la copia feliz del Edén.
Majestuosa es la blanca montaña que te dio por baluarte el Señor,
La tifoseria cilena durante i mondiali brasiliani
y ese mar que tranquilo te baña te promete futuro esplendor.

Dulce Patria, recibe los votos con que Chile en tus aras juró
que o la tumba serás de los libres o el asilo contra la opresión.


TRADOTTO


Puro, Cile, è il tuo cielo azzurrino, pure brezze anche ti attraversano
Ed il tuo campo bordato di fiori è la copia felice dell'Eden.
Maestosa è la bianca montagna che ti ha dato per difenderti il Signore,
E quel mare che tranquillo ti bagna ti promette il futuro splendore.

Dolce Patria, ricevi i voti con cui il Cile sui tuoi altari giurò
Per cui o la tomba sarai dei liberi o l'asilo contro l'oppressione

Camillo Anzoini

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