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Mohammed Rafique, l'uomo del destino dell'Atletico |
Una stagione decisa OLTRE L’ULTIMO SECONDO. Non potevamo
iniziare in modo diverso questo viaggio nello sport mondiale. Una stagione, tre
mesi di partite, tutto che si decide al minuto 94 e 5 secondi. In mezzo a tante
stelle (o presunte tali), decide un illustre sconosciuto (come piace a noi). La
prima è andata. Davanti ai 36.484 spettatori del DY Patil Stadium di Mumbai,
l’Atletico de Kolkata si laurea vincitore della prima edizione della Indian
Super League che ha coinvolto otto squadre e portato tante ex stelle del calcio
in questa nuova frontiera: vittoria del team iberico-indiano, dunque, per 1-0
sul Kerala Blaster con gol di Mohammed Rafique che c’ha messo la testa quando
ormai i supplementari erano imminenti. Un colpo di testa dell’uomo venuto dal
niente, che nessuno conosceva, che entra nella storia. Ok basta cronaca, non fa
per questo blog: spazio alle sensazioni che ha lasciato questo viaggio di
calcio durato tre mesi. Ammetto di aver scommesso i soliti spiccioli anche su
questa Lega nuova, poco innovativa, ma clamorosamente divertente. Se Federico
Buffa gli ha dedicato uno speciale, allora qualcosa di magico deve avere anche
il ‘futbol indi’. Scene allucinanti, partite dal basso profilo tecnico ma
combattute. Ne ho viste parecchie, per fortuna o purtroppo, e comunque c’è
stato di che guardare. Azioni, movimenti, gesti che sembravano film già visti
ma stavolta sono in salsa curry. Silvestre che entra duro, Ljungberg ed i suoi
tocchetti, Falvey che si fa tutta la fascia senza mai fermarsi. E poi
Alessandro Nesta che, come al solito, deve abbandonare il campo di battaglia
per un infortunio muscolare o Marco Materazzi che si fa espellere ed esce dal
campo mostrando il dito come contro l’Australia ai Mondiali di Germania. Calamity
James che ha fatto il mister ma non ha mollato i guanti da portiere. Altri
allenatori di prestigio come l’immenso Zico, ma anche Peter Read e Franco
Colomba. Così come lo stesso Materazzi che, però, in campo si è anche visto e
pur andando piano riusciva a fare la differenza. Come Elano ma anche Katsouranis,
Gustavo, Koke e Slepicka. Un po’ meno
Alessandro Del Piero, icona di questa ISL, ma poco utilizzato e tanto venerato
(intanto ha fatto un gol anche qui e non è proprio poco). Stesso discorso per
Trezeguet e Pires che c’erano ma in pochi se ne sono accorti. Che dire dei
giocatori locali? Se l’India occupa il posto 170 della classifica FIFA (su 209)
ci sarà un motivo. Tanta generosità, tanta corsa, piedi rivedibili, movimenti
tattici anche: a volte ho pensato di potercela fare anche io a stare in campo
con loro.
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La gioia dei primi campioni della ISL |
Volti scolpiti ed occhi profondi, fisici non da livelli superiori,
facce degne di Bollywood, da cinema o qualche videoclip musicali (quelli
indiani sono veramente uno spasso) e non da futbol. Il calcio indiano è stato
un meltin pot di tutto: arbitri scadenti, con la pancia, che a stento sanno le
regole ma sono divertenti e buffi da vedere. Talmente scadenti che, spesso, si
è dovuti ricorrere ai migliori fischietti asiatici per alcune sfide di
cartello.Recuperi anche di 10 minuti a tempo viste le clamorose perdite di
tempo dei giocatori, alcune anche goffe. Alcuni campi di patate, fossi e buche
degne dell’italica periferia. Magliette di gioco che non indosseremo neanche
nel torneo con gli amici (alcune veramente indecenti). Twitter massacrato di
messaggi visto che c’era un hashtag per ogni partita ed il popolo indiano ha
partecipato copiosamente anche sul web. Pubblicità a tutto spiano negli stadi
con moto e macchine in bella mostra e, a volte, vittime di pallonate e
staffilate. Stadi da cricket prestati al calcio, quasi una ‘plaza de toros’ per
la sua forma circolare. Ma anche tanto, tantissimo, pubblico: colorato,
sorridente, divertito e divertente come non si vede in Europa da troppo tempo.
Un pubblico con le divisioni sociali in bella vista: magnati ricchissimi nei
palchi presidenziali, gente umile ammassata negli altri settori ma tutti con la
divisa della propria compagine (originale o falsa non fa differenza). Finisce
qui la prima avventura del calcio professionistico indiano. Grazie a tutte le
squadre (Atletico de Kolkata, Chennaiyin, Delhi Dynamos, FC Goa, NorthEast
United, Kerala Blaster, Mumbay, Pune City). La prima coppa finisce a Calcutta,
in attesa della seconda edizione.
Camillo Anzoini
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