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James e Joe Laurinaitis, l'uno nei panni dell'altro |
Difficile – sarebbe troppo dire impossibile - trovare un
filo conduttore tra Football, Wrestling, un milione di dollari, Big Jim, la
città di Saint Louis, quella di Chicago, di Philadelphia, il Draft, Mad Max 2,
Mel Gibson ed altri ancora, se non si conoscono bene i dettagli della storia. Probabile
che sia stato difficile provare a trovare un filo conduttore anche per chi quei
dettagli li conosce, conosceva o li ha conosciuti. Ma ci abbiamo provato e il
tutto potrebbe essere riassunto nella più classiche delle ‘fairy tale’ quella che esordisce con il ‘…c’era una volta…’ o restando nel mondo delle stelle e strisce
statunitensi con il ‘…once upon a time…’
reso altrettanto famoso al mondo dai Pearl Jam, che ne hanno fatto uno dei loro
personali successi. Che siate amanti delle favole, che siate amanti del grunge,
il succo non cambia, il punto di partenza resta sempre lo stesso, quello da cui
partiremo per raccontarvi stralci di vita della famiglia Lauirinaitis ed in
particolar modo di papà Joe e del figlio James.
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Joe 'Animal' e il piccolo James |
ONCE UPON A TIME
- Aprile del 1986, il primo in cui la Jim Crockett Promotions (piccola parentesi su uno dei primi wrestler
professionist; natio della Virginia e che nell’ambiente era meglio conosciuto
con il nome di Big Jim e probabile ispiratore della bambola al maschile e
notoriamente considerato l’eterno amore di Barbie) mette in palio un
milione di dollari per un torneo fatto solo ed esclusivamente per ‘tag team’ o
volgarmente definiti incontri di coppia per wrestler semi professionisti o
quasi. All’appello risposero personaggi più o meno famosi e che per gli amanti
del Wrestling suoneranno molto ma molto familiari, mentre ad altri solo nomi in
uno scritto. Ma se vi va, spulciando all’interno dell'Albo d’Oro (tre anni
di esistenza per il torneo organizzato dal figlio e successore Jim Crockett Jr. e facilmente reperibile su Wikipedia)
potreste posare lo sguardo su di un nome che a prima vista non vi dirà nulla,
ma che con un click vi porterà all’esclamazione successiva “Ah certo li conosco”. Road Warriors (anche qui se vi sembra
di averlo già sentito è solo perché l’origine del nome è tratto da uno dei
primi noti film di Mel Gibson, Mad Max 2). Questo il nome del tag team che ha
iniziato e concluso senza mai essere schienato con uno dei due componenti che
aggiunge alla nascita del primogenito, James,
nel marzo precedente anche un gruzzolo niente male per guardare alla sua
crescita. Un tag team che aveva iniziato a muovere i primi passi tre anni prima
soprattutto all’interno di quelle che
nel calcio o in altri sport affini, verrebbero definite come le categorie
inferiori o le minors. Hawk e Animal. E se avete cliccato è arrivato
il momento dell’esclamazione. Due che da quella vittoria al Jim Crockett di
avversari schiena a terra ne misero talmente tanti che la WWF (World Wrestling
Federation) volle a tutti i costi, ma non con quel nome. Non più Road
Warriors perché erano solo una leggenda delle ‘minors’ , ma ‘Legion of Doom’. La Legione del Destino.
Lo stesso ‘destino’ che avrebbe regalato a James, il primogenito di cui sopra,
l’appartenenza ad un club particolare: quello delle celebrità, quello degli
sportivi non del football, baseball, calcio o quant’altro, ma quello della
lotta quello dei Legio of Doom e di papà ‘Animal’ aka Joe Laurinaitis.
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Festeggiando l'onorificenza ai tempi del College ad Ohio State |
FATHER AND SON – Undici
maggio 1997, Pay Per view In Your House
episodio ‘Cold Day in a Hell’ (quello per intenderci nel quale ‘Animal’ insieme
al fido Hawk sconfissero i campioni di coppia Owen Hart e The British Bulldog) il
giovanissimo James Laurinaitis era con il papà e l’amico d’infanzia Dominique
Barber e con il quale ha condiviso il football non solo all’high School ma
anche come oggetto principale dell’università e poi quello professionistico
anche se in due squadre differenti. La location era quella degli spalti deserti
un paio d’ore prima che il sipario venisse alzato. A poche sedie di distanza Stone Cold Steve Austin (che avrebbe
affrontato The Undertaker) che rivolgendosi ad Animal gli dice far passare in serata i due ragazzini in prima
fila. Quando arriva il momento dello show giunge anche il momento di un
siparietto con uno dei più famosi e titolati wrestler al mondo. Il classico ‘un
giorno a lavoro con papà’. Ma nonostante tutto, nonostante la carriera brillante,
il successo ed i successi dentro e fuori dal ring, le action figures (provate
ad indovinare i preferiti del piccolo James), i giocattoli e tanto wrestling - fatto
anche di presenze frequenti come quella dei componenti degli allora Natural
Disaster Typhone ed Earthquake - la lotta ed il ring sono sempre rimasti un
hobby, un qualcosa legato più all’infanzia, al padre e al rispetto per il
genitore. Già perché alla fine James sceglie il football. «Per me essere stato ‘Animal’ era come vivere Halloween per 365 giorni
l’anno. Ma quando tornavo a casa il costume e il Wrestling finivano nel
ripostiglio ed ero solo Joe, nel ruolo esclusivo di padre. Il football? L’ho
capito subito che per James era una passione particolare, glielo si leggeva
negli occhi. Stessa cosa per il ruolo. Cosa mi diceva? Papà guarda quello in
mezzo – in the middle – guarda il linebacker» ha raccontato lo stesso Joe
‘Animal’ Laurinaitis in una sorta di intervista a doppio racconto proprio con
il figlio di qualche anno fa. «Quello che
ho imparato da mio padre è stato non dare mai niente per scontato, mai
rilassarsi ed essere superficiali se si vuole raggiungere il successo. Che
padre era? Normale. A casa facevamo quello che tutti fanno con i lori genitori.
Solo che lui era ‘Animal’» la risposta di James che per il football sceglie
l’università di Ohio State e da quel momento tutto cambia e magicamente i ruoli
si invertono. Da protagonista a tifoso. L’uno nel ruolo dell’altro. L’uno
pronto di nuovo ad essere parte della vita, del successo e dei successi
sportivi dell’altro. Tutto come in un normale ciclo della vita, tutto come in
qualsiasi altra famiglia americana e non, anche se di sicuro non passava e non
passa inosservato nel ruolo di ‘genitore scatenato’ un
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Un tifoso dei Rams in pieno stile Legion of Doom |
Domenico Pezzella
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