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Salif Dianda torna a correre per la Ternana |
“Se puoi
camminare, puoi giocare” è una delle frasi storiche di Isaiah Thomas,
incatenvole playmaker dei Detroit Pistons. Il problema, però, è quando rischi
di non poter neanche più camminare. Già è tanto se riuscirai un giorno a
camminare regolarmente, figuriamoci se puoi pensare minimamente di tornare a
calcare il manto erboso. Poi, un passo alla volta, intervento dopo intervento,
giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento, finalmente arriva il giorno
che hai sognato. Quel giorno è il 17 gennaio 2015, il minuto è il
sessantreesimo e la tua squadra vince comodamente 2-0. La maglia è quella
dell’ultima volta, è a strisce rossoverdi della Ternana. Lo stadio è il tuo, lo
stesso di quel maledetto giovedì 28 marzo 2013, è il Liberati di Terni. Quel
maledetto giorno Salif Dianda, nazionale del Burkina Faso e pendolino della
fascia rossoverde, dopo appena 2’ abbandona il campo in lacrime: un contrasto
con Andrea Caracciolo del Brescia (contatto che ho visto e mi sembra uno come
tanti) segna l’inizio della sua via crucis. In quello scontro ci lascia il legamento
crociato anteriore e il legamento collaterale esterno del ginocchio. Un
infortunio come, purtroppo, se ne vedono tanti ma quello di Dianda va oltre le
più pessime previsioni. Viene operato, per la prima volta si parla di 10 mesi
di stop… una vera enormità. Non basta un intervento, occorre il secondo a
distanza di tre mesi dal primo. Intanto gli scade il contratto con la Ternana
che, però, acquista il suo cartellino dandogli ancora una speranza di
riprendere l’attività che, comunque, è sempre lontana. Lontanissima. La sua via
crucis è senza fine: nel maggio 2014 viene operato per la ricostruzione del
legamento crociato anteriore del ginocchio. Ha rischiato seriamente di rimanere
zoppo, di avere una vita complicata, figuriamoci se può mai pensare di tornare
a calciare un pallone.
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Il contrasto con Caracciolo, l'inizio della via crucis |
Anche perché chi può ancora aspettarlo dopo tutto questo
tempo? La Ternana, invece, fa un gesto non da calcio moderno che ti scarica
subito appena ne ha la possibilità. Il club umbro ci crede ancora, gli allunga
il contratto e Salif torna a sorridere. Torna ad allenarsi, torna a vedere la
luce in fondo al tunnel, torna a vedere un futuro sui campi di calcio. La
Ternana si dimostra una società ‘vecchio stampo’, con immensi principi, e sta
al fianco di Salif fino al 13 dicembre del 2014 quando gli consegna la fascia
da capitano della squadra Primavera per il suo ritorno in una partita
ufficiale. La partita vera, però, è quella col Crotone in serie B, 21 mesi dopo
l’infortunio. Il finale è perfetto? No, Salif viene espulso dopo 27’. Per oggi,
però, va bene così e quel cartellino rosso non scalfisce la gioia di averlo
rivisto in campo. Corri Salif, adesso puoi correre.
Camillo Anzoini
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