venerdì 15 maggio 2015

LA PUNIZIONE DELLA VITA

La figurina di Joseph Mwepu Ilunga
Di cosa parlo questa settimana?
La scelta dell’argomento è stata molto semplice.
Venerdì scorso è morto un africano. Uno dei tanti state pensando. Uno che cercoò di salvarsi da morte certa come tanti, questo si, ma non su un barcone ma durante i Mondiali del ‘74 in Germania.
Joseph Mwepu Ilunga è morto a 65 anni per una malattia di quelle cattive e probabilmente il suo nome non vi dirà niente ma la sua storia si. Ilunga è stato per tanti anni 'il calciatore che non sapeva le regole'.
E' il 22 Giugno del 1974 e l'allora Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo) affronta, nel corso della coppa del mondo di calcio, il Brasile che era il campione in carica. Prima però di continuare, vi devo dire un paio di cose fondamentali per capire cosa in realtà successe quel giorno. La prima è politica. Il paese africano in quel momento era governato da Mobutu Sese Seko, uno tra i dittatori più feroci della storia. La seconda è che lo Zaire si qualificò a quei Mondiali per la prima volta nella sua storia e proprio Mobutu, secondo il suo programma di 'autenticità africana', vedeva questa qualifica come un importante strumento di affermazione internazionale.
Detto questo, la partita era sul 3-0 per il Brasile quando Rivellino, al minuto 85, si appresta a calciare una punizione fuori aerea ma, improvvisamente, un giocatore avversario uscì dalla barriera calciando via fortissimo il pallone. Stadio ammutolito, giocatore ammonito e tutti sconcertati. Quel calciatore era Ilunga Mwepu.
Il celebre momento quando esce dalla barriera
Per anni Mwepu è stata un'icona naif per molti grazie a questo gesto estremamente comico. La verità, molto meno divertente, venne a galla nel 2002 in un'intervista che rilasciò alla Bbc. Mobutu, dopo la sconfitta nella gara di esordio (2-0 con la Scozia) e quella con la Jugoslavia (9-0 emblematico) aveva minacciato loro e le loro famiglie. Lo stesso Ilunga dichiarò: "Pensavamo che saremmo diventati ricchi, appena tornati in Africa, ma dopo la prima sconfitta venimmo a sapere che non saremmo mai stati pagati e quando perdemmo 9-0 gli uomini di Mobutu ci vennero a minacciare. Se avessimo perso con più di tre goal di scarto col Brasile, ci dissero, nessuno di noi sarebbe tornato a casa. (…) Fui preso dal panico e calciai il pallone lontano. I brasiliani ridevano ma non capivano cosa io provassi in quel momento".
Questo fu il gesto con la quale è diventato un'icona comica del calcio, il video della punizione ha centinaia di milioni di visualizzazioni, ma questa storia merita di essere raccontata perché è uno dei tanti esempi di come calcio e politica siano profondamente collegati e perché, soprattutto adesso che è morto, Mwepu potrà essere ricordato e capito senza più' vergogna.

 Tiziana Tavilla

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