Ha chiuso come doveva farlo, come gli Dei del futbol
avevano scelto che finisse, come doveva finire questa favola tinta del rosso
della divisa e del sangue versato. Steven Gerrard ha segnato nella sua ultima
partita con la maglia del Liverpool, la squadra del suo cuore; è l’unica che
ama, l’unica che ha indossato in Inghilterra, l’unica con cui ha vinto
qualcosa. L’unica e sola divisa che ha
voluto indossare nella sua nazione e, infatti, è pronto a volare negli States. Una
sola maglia per tutta la vita. Ha segnato allo Stoke, i Reds hanno imbarcato,
ma Stevie G ha fatto il classico gol della bandiera. E lui è e sarà sempre la
bandiera della squadra della sua città. Una storia affascinante, il sogno di
ogni bambino che diventa realtà: difendere i colori del team del cuore. I
numeri della sua carriera a Liverpool è inutile elencarli. La storia da
raccontare è un’altra. Il 15 aprile 1989 a Sheffield c’è un bambino di 10 anni
in trasferta per vedere la semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham
Forrest. Lo stadio di Hillsborough è stracolmo e non riesce a contenere il
flusso di tifosi provenienti da Liverpool. Il settore Leppings Lane poteva
accogliere 14.600 tifosi. Ne arrivarono molti di più e c’era sempre quel
bambino con la sua sciarpa rossa al collo. Nel Gate C succede di tutto, la
calca travolge gli spettatori. Travolge anche quel povero bambino di 10 anni.
Stevie G agli esordi coi Reds
La partita ha, clamorosamente, inizio ma al 6’ si
ferma: sembra un’invasione di campo, invece sono i tifosi che cercano di scappare
alla morte. Una morte che colpirà 95 persone ed un bambino. Quel bambino di
nome Jon-Paul Gilhooley aveva solo 10 anni. A Liverpool c’è suo cugino, quello
con cui Jon-Paul giocava a pallone per la strada. Quel bimbo di 8 anni non
riabbraccerà più il suo amato cugino. Il bimbo che piange nella sua casa è, per
tutti, Stevie. Qualche anno dopo il mondo lo conoscerà: è Steven Gerrard. Il 13
aprile del 2014 c’è stata la solita commemorazione ad Anfield Road: tutto
vestito di rosso, col grido ‘You’ll never walk alone’ (Non camminerai mai
solo), Gerrard ha guidato la sua truppa alla vittoria contro il Manchester
City. Da fiero capitano, come ha fatto per tantissimi anni. Venti anni dopo
Hillsborough è emersa la verità ed il mondo ha capito che non era colpa dei
tifosi vestiti di rosso. Domenica ha segnato nella sua ultima partita con la
maglia della sua squadra del cuore. Doveva essere questo, comunque, il finale
più giusto per Steven Gerrard, quel bambino di 8 anni che piangeva per la
perdita del cuginetto Jon-Paul; quel bambino è diventato un uomo, è diventato
il capitano del Liverpool, è l’uomo che pensa ogni giorno alla strage di
Hillsborough ed ora non indosserà più la maglia dei Reds, è l’uomo che ha reso
possibile il sogno di ogni bambino, è stato il condottiero anche nel ricordo
eterno del cugino morto a Sheffield con la sua sciarpetta al collo. Adesso sarà
un pensiero dolce che non camminerà mai solo nel cuore della gente di Liverpool.
Camillo Anzoini
L'addio ad Anfield Road
Le giocate più belle in maglia Reds sulle note dei Sigur Ros
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