sabato 26 settembre 2015

BIANCO, CELESTE E BIANCO

E’ la storia del Tottenham che incantava l’Inghilterra. E’ la storia di un fenomeno argentino chiamato Osvaldo Ardiles. E’ la storia di un altro campione sudamericano chiamato Ricardo Villa. E’ la storia del mondiale vinto dall’Argentina nel 1978 a pochi passi dalla carneficina dell’Esma. E’ la storia del tonfo mundial del 1982. E’ la storia del popolo argentino e di quello inglese che non sono mai andati d’accordo. E’ la storia della guerra delle Falklands-Malvinas. Ma soprattutto è una storia di uomini, sentimenti veri, emozioni e pensieri. ‘Blanco,Celeste y Blanco’ o ‘White, Blue and White’, scegliete voi il titolo preferito, è una gemma nascosta incastonata tra i documentari sportivi di Espn. L’ho visto per caso, ho provato tantissime emozioni. Non c’è una versione italiana: per fortuna parlo spagnolo e sono andato via facile anche coi pochi sottotitoli inglesi (ma c’è una versione anche in lingua anglofona). Ci sono Osvaldo che divenne Ossie e Ricardo che divenne Ricky. C’è tutto in questo documentario che rende giustizia, merito, onore e rispetto al piccolo genio argentino che giocava il mondiale col numero 1 anche se era in mezzo al campo. Rende onore ad Ardiles ma anche a Villa, straordinari calciatori finiti, loro malgrado, al centro di una feroce polemica mentre vestivano la maglia degli Spurs e scoppiava il folle conflitto voluto dal generale Galtieri per riprendersi due isole. Un tentativo disperato per recuperare credibilità quando, ormai, il regime che fu di Videla era agli sgoccioli. Morirono 649 militari argentini (molti di fame e freddo) e 255 inglesi. Morì anche Jose Leonidas Ardiles, cugino di Ossie. Morì una parte di cuore del mondo civile che, nel 1982, non poteva credere a quello stava succedendo tra quei mari. L’unica cosa positiva che morì fu la dittatura argentina che si ricorderà, per sempre, di desaparecidos, esecuzioni, voli della morte ed una generazione stroncata. Il documentario non è solo le gesta fenomenali di Ardiles e Villa, i trionfi calcistici, è tanto altro. Nel mezzo compare una canzone, per me oscena, ma storica per i tifosi degli Spurs: ‘Ossie’s Dream’ che accompagnò il Tottenham alla conquista della FA Cup del centenario contro il Manchester City.
Una sfida vinta nel ‘replay’ sul manto erboso di Wembley e decisa da una fantastica doppietta di Villa (il secondo gol è fenomenale). Calcio e guerra in un miscuglio pazzesco di sentimenti, occhi lucidi, voglia di capire e dare un senso a quel 1982 fuori dal comune in Argentina come in Inghilterra. Un 1982 che ha segnato la vita di Ossie e Ricky. A rendere ancora più incredibile questo documentario c’è anche l’incidente stradale (filmato e si vede) occorso a Ardiles e Villa durante le riprese proprio alle Malvinas. Villa non riportò alcun danno, Ardiles fu costretto al ricovero immediato in ospedale per le ferite riportate. Lì, nelle sue Malvinas, in mezzo agli inglesi, scoprì quanto amore avevano per lui. Ardiles che, per il grande pubblico, è anche uno dei protagonisti di ‘Fuga per la vittoria’ con Pelè, Stallone, Moore e compagnia bella. Di tanti personaggi di questo piccolo capolavoro, quello che gradisco di meno resta Daniel Passarella: il capitano dell’Argentina mundial del 1978, apertamente al fianco della dittatura militare, el hombre vertical di quella nazionale. Ma va bene anche Passarella se poi la palla passa a quel genio calcistico di Glen Hoddle, talento purissimo del calcio inglese. E poi il grandissimo e commovente finale: la croce nelle Malvinas, i nomi dei caduti di quella guerra con particolare attenzione ai cognomi Love e Paz (amore e pace), i volti di tutti coloro che hanno reso possibile questa pellicola meravigliosa, in sottofondo la musica struggente di Mike Reed in Force Field. Un finale degno racchiuso dal pensiero di Ossie Ardiles: “Nunca mas, ese NO a la guerra es total, fundamental para mi, todo el mundo es mi hermano”. E’ vero: mai più una guerra, siamo tutti fratelli sotto questo cielo.


Camillo Anzoini



Il documentario in lingua originale, quindi spagnola


giovedì 24 settembre 2015

RFC IN CAMPO ANCHE CON LE DONNE

Gli RFC Lions Ska F.C. al primo giorno di allenamento
“Nel segno dell’antirazzismo”. Con l’entusiasmo che li ha sempre contraddistinti, la RFC Lions Ska Caserta Antirazzista sta ponendo le basi per la programmazione della stagione 2015-2016. Un’annata che presenterà non poche sorprese, che volta per volta saranno svelate. Come ribattezzato dal collettivo gestionale, si tratta del cosiddetto “anno zero” per la compagine antirazzista casertana, fondata nel 2011 per promuovere l’integrazione sociale attraverso lo sport e diffondere il proprio credo nei diversi luoghi in cui svolgono ogni giorno la propria attività. Dal momento in cui sono nati, tante sono le persone di varie culture che si sono avvicinate al progetto e che sono rimaste letteralmente folgorate da quella voglia di eludere le discriminazioni razziali, sessuali, culturali e religiose.
In un discorso aperto a sviluppare sempre di più tale concetto, la RFC Lions Ska Caserta Antirazzista ha deciso di intraprendere un cammino importante non solo nel calcio maschile ma anche in quello femminile. Da qui è nata l’idea di costruire una squadra di calcio “in gonnella”. Con vari manifesti via facebook e col passaparola, un nutrito numero di ragazze ha dato la propria entusiasta adesione per far parte della compagine antirazzista. Il gruppo di venti atlete è stato affidato ad Enza De Angelis, in passato rinomata giocatrice di calcio a 5 della Campania con il San Marco Evangelista, il Futsal Ischia e l’Isef di Napoli ed attualmente maratoneta col sogno della Maratona di Roma.
Le ragazze ed il collettivo degli RFC Lions
La grande iniziativa del 2015 è stata applaudita da tutti i componenti del progetto e dai tanti sostenitori. Le Leonesse prenderanno parte al campionato di calcio a 5 targato C.S.I., la cui partenza è prevista per metà ottobre. Così, poiché proprio in quel periodo parte anche la competizione riguardante la squadra maschile, è stato scelto un giorno comune per far partire l’intera carovana antirazzista. Nella serata lunedì di lunedì 21 settembre, nell’area ex Saint Gobain a Caserta, un gruppo di cinquanta persone di ogni colore, sesso, età e cultura ha iniziato la preparazione agli ordini degli allenatori Dario Goglia ed Enza De Angelis. Uno dei momenti più belli vissuti fino ad ora dalla RFC Lions Ska Caserta Antirazzista che non ha alcuna intenzione di fermarsi, anzi vuole ampliare sempre di più la portata di un sogno: eliminare ogni forma di razzismo nello sport come nella vita.


giovedì 17 settembre 2015

EUROBASKET 2015: OBIETTIVO RAGGIUNTO, GRAZIE RAGAZZI

Gallinari contro la Repubblica Ceka (foto Fip)

Ci prendiamo il Preolimpico, ci prendiamo l’obiettivo minimo, purtroppo è finita questa avventura che poteva avere i contorni della favola. Finisce qui, stritoliamo la Repubblica Ceka dei grandi Satoransky e Vesely e poco altro. Stritoliamo una delle rivelazioni del torneo, chiudiamo insieme alla Grecia al quinto posto e torniamo a casa. Peccato, questa avventura poteva avere ben altro finale ma la Lituania non era d’accordo con noi. Dispiace sia finita questa avventura anche per il clamoroso eco mediatico avuto intorno a questa squadra con tanto talento, tanta voglia di mettersi in mostra, tanta voglia di fare. Finisce con la qualificazione al Preolimpico con la speranza di poterlo organizzare al Pala Isozaki di Torino. La chiudiamo qui, sogniamo Rio e le Olimpiadi che ci mancano da Atene. Questo gruppo voglio vederlo ancora all’opera e quale miglior vetrina dei cerchi olimpici? Finisce qui, peccato, ma almeno portiamo a casa un traguardo. Senza giudizi, ecco le mie pagelle di fine avventura.
Della Valle 6 (politico), Polonara 6 (politico), Hackett 6, Cinciarini 6, Gentile 8, Gallinari 8, Bargnani 8, Belinelli 7.5, Datome 6 (politico), Cusin 6.5, Melli 6.5, Aradori 7, Pianigiani 7.

Camillo Anzoini

mercoledì 16 settembre 2015

EUROBASKET 2015: NULLA DA DIRE ITALIA, ORA PRENDIAMOCI RIO

Che Bargnani con la Lituania (foto Fip)
   
Partiamo dalla fine, dalla sirena: la delusione è tanta, la rabbia anche ma il basket difficilmente dice bugie. Quindi onore alla Lituania che, giustamente e con merito, vola in semifinale e spezza il nostro sogno. Quell’ultima azione dei regolamentari passa per la testa, ripenso e ripensiamo che sarebbe stata possibile gestirla meglio ma cosa vuoi dire contro Alessandro Gentile? Ma come fai a colpe al figlio di Nando? Impossibile, ha dimostrato ancora due palle che fanno provincia. Impossibile dare colpe al Mago Bargnani che sta giocando una partita più bella dell’altra. Dispiace che stiamo finendo questo cammino perché, finalmente, il Mago gioca da Mago. Non si può dire niente contro Danilo Gallinari, silente ma sempre presente e con grande personalità. Qualcosa si può dire a Marco Belinelli, un po’ troppo timido nell’overtime, ma poi ripenso a quello che ha fatto finora e mi sto zitto. Impossibile dire qualcosa contro quel cane di Aradori che è stato ancora magnifico. Come Cusin. Come Melli. Meno bene Cincia e Hackett, ma che vogliamo dirgli contro. Brava Lituania, complimenti. Ci sta facendo pagare a caro prezzo quella semifinale del 2004; da allora ci ha sempre punito. Ma ora bisogna ritrovare le energie, ritrovare la forza e battere subito la Repubblica Ceka (ammazza che talento Satoransky) e centrare il preolimpico che, presumibilmente, giocheremo al Pala Isozaki di Torino. Pensiamo a Rio, possiamo ancora farcela. Dobbiamo farcela perchè tutto l'amore per il basket visto, in questi giorni, in Italia dobbiamo farcela. Adesso andiamoci ad ubriacare di Tassoni perchè è giusto così. Ball dont lie.

Camillo Anzoini

lunedì 14 settembre 2015

EUROBASKET 2015: SHALOM ITALIA, SHALOM ALE IL GRANDE

Gentile ha distrutto Israele (foto Fip)

Non sul comodo divano di casa, con gli amici di ventura, tracannando Tassoni, tirando improperi ed aggiustando la bandiera sul balcone: questo ottavo contro Israele l’ho visto nella mia seconda casa. Ero al Palamaggiò per il Torneo Città di Caserta, sono l’addetto stampa della manifestazione, dovevo esserci ovviamente. Non potevo marcare visita. Poche presenze sugli spalti per la finalina tra Fortitudo e Roma, testa e mente a Lille. Io, tutta l’organizzazione, tutti i presenti: corpo a Pezza delle Noci, mente in Francia. E via con l’organizzazione di fortuna: il collega Andrea Canzano ci mette Ipad e Skygo, Tonino mette l’elettricità, angolo vicino alla panchina della Fortitudo, collegamento wifi che funziona (miracolo a Pezza delle Noci) e via, tutti a guardare. Tra amici, colleghi, dirigenti delle squadre, un occhio va sempre la: l’Italia macina gioco, smaciulla Israele. Coach Boniciolli chiede, si informa, ogni volta che gli diciamo il punteggio ha la faccia di chi: “Tutto secondo copione”. Sì coach, ok, ma lo scarto era impensabile. Anche Andrea Iannilli chiede info, gli dico: “Noi, sopra, di 30” ed il centrone della Effe replica: “Ah oggi avevano allenamento”. Sorriso. Sorrisi di tutti al Palamaggiò, è un massacro cestistico come pochi. Ho fumato meno sigarette del solito. Una location diversa dal solito e chi è il migliore? Ale Gentile. Ovviamente, avendo visto la partita sotto la curva Ancilotto dove campeggia la canotta di papà Nando, poteva non essere Ale il migliore? Tutto bello, tutto meravigliosamente bello. Incassiamo solo 52 punti, segnano tutti, anche il magazziniere. La Juvecaserta vince il torneo, Peyton Siva è galattico, il godimento è azzurro e bianconero. E’ notte, torno a casa, rivedo la partita, me la godo, sento l’incontenibile Flavio Tranquillo. Restiamo a Lille. Ci tocca la Lituania. Speriamo nel recupero del Mago. Non abbiamo paura di nessuno. Le Tassoni sono al fresco. Senza paura. Siamo tra i primi otto d’Europa. Vogliamo scalare un altro gradino.

Camillo Anzoini

giovedì 10 settembre 2015

EUROBASKET 2015: A LEZIONE DA TEODOSIC, GUARDIAMO AVANTI

Gentile molto bene con la Serbia (foto Fip)
  Regalare Datome e Belinelli renderebbe improba qualsiasi sfida, figurati contro la Serbia. La grande Serbia che sbaraglia la concorrenza e chiude imbattuta la prima fase. Non possiamo permetterci di regalare due giocatori del genere a nessuno, abbiamo pagato a caro prezzo con un -19 tanto ingeneroso quanto meritato. Adesso, in questa condizioni, non possiamo giocare contro la banda di Djordjevic. Una banda presa per mano da quel genio di Milos Teodosic: da spettatore chiamato in causa ho preso un treno addosso, da amante del gioco bisogna solo applaudire. Mostruosa prova di Milos, meraviglioso la compagine serba. Ma noi ci siamo stati anche stavolta ed è bello sottolineare i miglioramenti di Cincia, la faccia tosta di Polonara ed il debutto con tripla di Della Valle. Nel mezzo tantissimo Gentile, ancora un positivo Bargnani che cresce tantissimo soprattutto nella fase difensiva, qualche squillo del Gallo. Giusto far riposare i migliori e dare spazio a tutti. Oggi non possiamo giocare contro la Serbia, quindi beviamoci una bella Tassoni per sdrammatizzare una lezione incassata. Adesso andiamo al ‘win or go home’: noi ci arriviamo dopo essere passati dal girone della morte, dopo averla vista in faccia la disfatta, dopo essere resuscitati e messo paura a tutti. Quindi noi siamo abituati. Avanti il prossimo.

Camillo Anzoini

mercoledì 9 settembre 2015

EUROBASKET 2015: DANKE ITALIA, CIAO GERMANIA, ANDIAMO A LILLE

Meraviglioso Gallo contro la Germania (foto Fiba)
  Sapevamo tutti che sarebbe stato impossibile replicare la prova con la Spagna della sera prima, ma questa terza vittoria è la più bella. La più bella perché sofferta, giocata col cuore ed i coglioni, bella perché vincere contro tutto un palazzetto è sempre un piacere, bella perché purgare i tedeschi, dai, ci regala sempre un gusto particolare. Non è stata una Italia scintillante, è stata Italia vera, di cuore e da combattimento contro una Germania tosta che non voleva perdere anche questa. Sempre sotto, sempre ad inseguire, autori di tanti errori offensivi e difensivi ma sempre pronti a reagire, mai a morire. Quando giochiamo contro i tedeschi, a casa loro, è una sofferenza indicibile. Oggi come nel luglio del 2006. Oggi come quel giorno le stesse facce, gli stessi visi: sgomento nei crucchi, felicità immensa nei nostri. Ieri Grosso, Del Piero e Buffon; Gallo, Belinelli e Bargnani oggi. Come sempre, più bello di prima. Il basket non è uno sport di fama come il calcio, ma si gode di più anche per questo motivo. Siamo un piccolo grande popolo in marcia con gli Azzurri. E se vinci all’overtime, godi due volte. Non solo i tre fantastici tenori. Bravi veramente tutti: una volta tanto diamo a Cincia quel che è del Cincia. Battezzato anche dal parcheggiatore berlinese, ecco il Cincia. E poi quel cane di Aradori che segna e ti prende due rimbalzi pesantissimi. Dulcis in fundo Ale Gentile, basta non dico altro. Godo e basta per questa nuova mostruosa affermazione italica. E tracanno Tassoni come non mai. Nulla contro la Germania ma ormai è un dogma: almeno nello sport, li battiamo sempre. Ok, lo sport non risolve i problemi di una nazione, ma cazzo almeno teniamoci stretta questa soddisfazione. Intanto siamo a Lille, alla faccia di tutti (anche la mia) ed ora ci giochiamo il primo posto contro la grande Serbia. Ma questa Italia è grande ed allora non abbiamo paura più di niente e nessuno. Danke ragazzi, oink oink e grandissimo selfie di Alessandro Gentile nello spogliatoio. Anche questo significa essere un gruppo compatto alla meta.

Il selfie di Gentile a fine partita

Camillo Anzoini

EUROBASKET2015: LO FAMO STRANO ITALIA!!! ADIOS SPAGNA

Belinelli devastante contro la Spagna (foto Fiba)
Quando Flavio Tranquillo ha sciorinato tutto il suo repertorio lessicale di grande qualità, abbiamo messo la ciliegina sulla torta di una serata di grande basket. Immenso basket. Commovente basket. Dagli slalom alla Maradona di Gentile, ai tocchi rapidi che ricordavano il Brasile del '70, passando per 'lo famo strano' davanti alle magie di Gallinari, il buon Tranquillo (insieme ad un grande Pessina) ha narrato una pagina epica di pallacanestro azzurra. Eravamo nel fossato, ci leccavamo le ferite, eravamo già pronti ad andare a Fiumicino coi pomodori simil Italia post Nord Corea nel '66. Siamo onesti, sono onesto: nessuno poteva immaginare quello che ha visto. Ma si era visto subito che gli occhi erano quelli giusti. Datome zoppo che porta i compagni sul campo di battaglia, Bargnani fantastico e gli faccio i complimenti soprattutto per la difesa, una prova da urlo del Mago (ma perchè cazzo non giochi sempre con questa voglia). Il Gallo che fa sempre la cosa giusta ed ormai è inutile dire altro. Il 'cane' Aradori che non sbaglia una scelta, è aggressivo e cattivo e doveva sverniciare la testa di Rudy (testa di bip). Cusin che mi ha fatto scendere tre lacrime: la prima quando ha stoppato el barbudo dopo 323232 scivolamenti, la seconda con la schiacciata con fallo, la terza al quinto fallo che mi ha fatto nominare tanti santi invano. Bravissimo Hackett, lucido. Bravissimo Melli che ha fatto 100. Bravissimo Ale, ma non fa notizia la sua solidità mentale, fisica. E poi, c'è lui: quello da San Giovanni in Persiceto che ha segnato direttamente dalla palestra di casa. Quando ho visto che aveva realizzato solamente il suo quarto punto, in avvio di terzo periodo, ho detto: "4 punti Belinelli non si può vedere"; lo so che mi hai sentito Beli, lo so che l'hai fatto per me. E bravo pure Pianigiani, una volta tanto applaudiamo il coach che ha i suoi meriti. Bravi tutti. Era da Italia vs Lituania che non urlavo: "100, 100, 100". Oggi come quel giorno era fantascienza pensare ad una vittoria. Noi italiani facciamo le cose per bene. Lo famo bene e strano. Ah dimenticavo, abbiamo massacrato la Spagna di un Gasol che strappa applausi ed insulti alla velocità della luce. Ah gli spagnoli quanto hanno rosicato, mamma mia. Il basket è il gioco più bello del mondo: batti la super Spagna tracannando Tassoni. Godiamo a Berlino, vinciamo a Berlino, ma ora sotto con la Germania. Facciamo il nostro dovere: vinciamo e poi ci penseranno i White Stripes. Popopppopopopopo!!!

Camillo Anzoini

domenica 6 settembre 2015

EUROBASKET 2015: ONORE ALL'ISLANDA, VINCIAMO CON POCO MERITO

Gentile migliore in campo con l'Islanda (foto Fiba)
Vittoria doveva essere e vittoria è stata: con questa frase banale e scontata apro l'analisi di un inedito Italia-Islanda che doveva essere ben diversa da quello che, poi, si è rivelata. Non mi aspettavo una passeggiata, memore di quanto visto dai vichingi con la Germania, ma neanche una sofferenza indicibile. Perchè, ammettiamolo, è stata una sofferenza indicibile. A 3' dalla fine ero nel fossato insieme agli Azzurri, ero ad un passo dal crollo nervoso nonostante la massiccia dose di Tassoni e Lucky Strike. Ho fumato peggio del solito, ho bruciato quasi un pacchetto per il nervoso nel vedere tanto talento sprecato. Ancora una volta c'è ben poco da salvare: sì la difesa, per alcuni tratti è andata bene ma non è che ci volesse chissà che cosa. Certo, Stefannson e soci, nel primo tempo, segnavano sempre e comunque, anche bendati, ma non era impresa dura arginare questo team. L'attacco è stato legato solamente alla luna dei singoli: Gallo si è presa una pausa di un giorno, a fare gli straordinari è stato Ale Gentile veramente bravo. Solido di testa, concentrato, preciso e cattivo, Alessandro è stato l'mvp di giornata. Menzione di merito anche per Aradori e Melli, il resto nell'ordinario o decisamente scadente. Non so se meritavamo di perderla, ma neanche di vincerla. L'Islanda fa simpatia ma sa stare in mezzo al campo, noi no. O ci diamo una bella svegliata, oppure restiamo a Berlino (Beppe).

Camillo Anzoini

EUROBASKET 2015: IL BASKET E' GIUSTO, ITALIA KO CON LA TURCHIA

Supremo Gallinari contro la Turchia (foto Fiba)
Il basket è bello perchè è giusto, o almeno nella stragrande maggioranza dei casi. Fermi tutti, se lo sgangherato tiro di Belinelli andava a bersaglio ero ancora a correre nudo per le vie di Caserta avvolto nell'italico tricolore. Ma il basket è giusto e perdiamo l'esordio europeo contro la Turchia. Sicuramente si sprecheranno le scritte 'mamma li turchi', io direi 'mamma che brutta Italia'. Una prestazione decisamente incolore, scialba, senza ne capo ne coda per quasi 30'. Io vorrei ancora capire qual'era la scelta sul solito, ripetitivo, snervante, stancante pick 'n roll centrale di Dixon con Erden (che tanto ho schifato quando era ai miei Celtics, figurati dopo stasera). Non l'ho capita. Così come non ho capito come è possibile commettere delle banali errate valutazioni e spaziature difensive. Facile dirlo ora, ma lo ripetevo più volte durante il match visto con tanti amici ed un fiume di Tassoni e birre: INTASIAMO L'AREA. Era la scelta più comoda visto che le rotazioni erano inesistenti. Fiumi di Tassoni a casa mia, tra noi, ma i turchi se ne sono andati via (sto parafrasando, male male male, i Jalisse). Non pensavo di vedere una sconfitta.
Ci credevo molto prima, ci credo un pò meno oggi dopo questa prova. Ha vinto chi ha condotto dall'inizio alla fine, il basket è giusto. Dispiace perdere ma bisogna ammettere i meriti altrui ed il basket è uno sport che ti insegna a saper perdere. Ci sarebbero tante cose da dire sui singoli, diventa inutile farlo ed è anche stancante visto che dietro la lavagna ci vanno quasi tutti. Gallinari supremo, palla al Gallo e speriamo bene. Belinelli ha fatto due errori consecutivi sull'ultimo possesso ma solo chi ha giocato o gioca a basket sa che, in quei momenti, facilmente si chiude la vena e vuoi vincerla tu. L'abbiamo persa. Adesso ci tocca la simpatica e spericolata Islanda, non facciamo scherzi. Non vogliamo restare a Berlino, ragazzi.

Camillo Anzoini

sabato 5 settembre 2015

UN GRANDE SOGNO AZZURRO


E’ bastato un video una traccia musicale un qualcosa di virale. Tutti da una parte dello spogliatoio raggruppati a torso nudo, la canzone parte, un cameraman e via allo show. Le note erano quelle di Baby K feat Giusi Ferreri nel pezzo Roma-Bangkok. Gli interpreti? L’intera nazionale azzurra di basket guida da un Hackett davvero in grande spolvero come ballerino. Ed allora è proprio prendendo spunto da alcune strofe della stessa canzone vogliamo provare a dare il via al nostro di Europeo. Quello di Oltre l’ultimo Secondo e fino all’ultimo secondo. AVANTI ITALIA!!!

«Vestiti in fretta perché ho voglia di far festa, sai non importa il trucco, la bellezza è in testa!»
I vestiti sono quelli colorati di azzurro, sono quelli colorati di rosso e di verde intervallati da un bianco splendente. La festa? Per ora un passo alla volta altrimenti i più scaramantici non leggeranno più questo blog. La bellezza è in testa. In cima o nella testa? Tutte e due. Gli azzurri di quest’anno nella loro di testa hanno un obiettivo che è la testa di un percorso in nazionale, una cima che da troppo tempo guardano da lontano.

«Abbiamo visto il cielo piangerci addosso. Perciò balliamo ora che il Sole è nostro
Voglio una musica che mi ricorda l'Africa. All'improvviso tutto il mondo cambia pagina
Innamorarsi con la Luna nel mare Partire, tornare…»
Un cielo fatto di nubi di talento cestistico che stentava ad arrivare anche quando alla base delle varie selezioni c’era la scritta Nba dei primi italiani volati oltreoceano. Sconfitte, troppo poco talento per poter sgomitare ed emergere all’interno di un continente prima ancora che di un globo terrestre talmente avanti da far sembrare quello azzurro un cielo triste, cupo e senza speranza. Ancora sconfitte. Tante. Ora? Non più. All’improvviso il mondo cambia pagina. L’Italia del basket nel silenzio generale cambia passo. Datome, Gallinari, Gentile, Aradori, Belinelli. Tutti giocatori che anno dopo anno insieme agli altri hanno aumentato i giri dei loro personali motori portando quello dell’Italbasket ad avere un rombo diverso. Un rombo che negli ultimi anni, nonostante quanto accaduto all’ultimo appuntamento Europeo – contate anche tutte le attenuanti del caso – ha portato gli amanti della palla a spicchi ad innamorarsi con la luna nel mare. A sognare quella luna a spicchi in un mare di talento chiamato Eurobasket.


«E senza sapere quando. Andata senza ritorno. Ti seguirei fino in capo al mondo. All'ultimo secondo. Volerei da te da Milano fino ad Hong Kong. Passando per Londra, da Roma fino a Bangkok. Cercando te…»
Nessuno può dire come e quando questa Nazionale avrà la sua vera e piena consacrazione. C’è stata una frase di Datome che recitava: «Non voglio essere parte di una generazione che non ha mai vinto nulla con la maglia della nazionale». Che lascia intendere che quello intrapreso pochi giorni fa verso Berlino potrebbe essere anche essere la volta buona per un viaggio senza ritorno. Ritorno dove? Nel limbo del basket Europeo. La volta buona per sfruttare al meglio tutto il talento gli azzurri si ritrovano visto che non a caso quella attuale è stata considerata la nazionale più talentuosa di sempre. I tifosi? Ovviamente quelli l’hanno sempre seguita perché il sangue è arancione con degli spicchi. Sempre e fino in capo al mondo. Dovessero però questa volta passare attraverso i confini di Montpellier, Berlino, Riga e Zagabria. Chilometri su chilometri per cercare te. Te come Italia. Te come Basket di alto livello. Te come un sogno che tutti noi coltiviamo da tempo. Anzi facciamo da quel 1999.

«Alza il volume della traccia Torneremo a casa solo quando il Sole sorge. Questa vita ti sconvolge
E senza sapere quando… Anche i muri di questa città Mi parlano di te Le parole restano a metà E più aumenta la distanza tra me e te Giuro questa volta ti vengo a prendere….».
Con ogni probabilità questa sarà stata la parte della canzone che ognuno dei componenti azzurri vorrebbe fare propria alla fine dell’ultimo giorno, come accadde ai vari Meneghin, Myers e cosi via tanto, tanto tempo fa.

«E senza sapere quando Volerei da te da Milano fino ad Hong Kong. Passando per Londra, da Roma fino a Bangkok, cercando TE…»
E allora non vogliamo sapere quando. Non vogliamo sapere come. Non vogliamo sapere se di un punto allo scadere o dominando in lungo ed in largo. Quello che vogliamo sapere e provare è quell’adrenalina che corre lungo il corpo di chi cerca e insegue un sogno. Quell’adrenalina di chi cerca TE, chi cerca Eurobasket, chi cerca soddisfazioni e forse potete anche ripetervelo sotto voce per non farvi sentire: l’olimpiade.

https://www.youtube.com/watch?v=GCPQ6_F-xfo

Domenico Pezzella