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Siva sul tetto del campionato Ncaa coi Cardinals |
Ha qualcosa di
magico non solo per come gioca, ma anche per la persona che è. Peyton Siva Jr è
il nuovo playmaker della Juvecaserta, un talento vero, uno che in Italia può
fare tranquillamente la differenza anche nei team di primissima fascia. Da
casertano non posso che essere strafelice di vederlo con la canotta bianconera
e sono già pronto a gustarmi, per un anno intero, questo ragazzo speciale. Chi
mastica pane ed Ncaa (come me) non ha bisogno di presentazioni, sa già chi è
Siva. Il samoano che ha preso le chiavi dei Louisville Cardinals e li ha
portati al titolo nazionale del 2013. Se un coach del calibro di Rick Pitino
gli ha dato la squadra in mano, non c’è bisogno di dire altro. Il suo rapporto
con Pitino era ai livelli di papà-figlio: una coppia che ha costruito le
fortune dei Cardinals, mente e braccio dello stesso corpo, ed anche tatuaggio.
Pare, infatti, che sia stata una promessa fatta a Siva ad obbligare il non più
giovanissimo Pitino a farsi il tatoo commemorativo della vittoria del titolo
Ncaa. L'ho visto giocare dal vivo quando andai al Madison Square Garden per il torneo della Big East: era al secondo anno ma già era comodamente in campo nella netta vittoria dei Cardinals contro Notre Dame dove giocava... Carleton Scott. Corsi e ricorsi storici.
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Peyton e coach Rick Pitino, un rapporto speciale |
Per chi non
conoscesse il Siva giocatore stiamo parlando di un play guardia con immense
doti visive, passatore eccellente, ball handling di qualità sublime, cross over
degno del numero che indossava a Louisville (il 3, ovviamente avete capito a
chi sto pensando), ottima mano, gran saltatore capace di schiacciare
comodamente, in tap in oppure di chiudere un alley oop. Insomma, detta così
Caserta ha fatto bingo ma bisogna sempre andarci cauti soprattutto per un
ragazzo alla sua prima esperienza all’estero. Coi Cardinals ha fatto sfraceli:
nel 2013 era il predestinato al titolo soprattutto dopo il drammatico
infortunio occorso al compagno di squadra Kevin Ware. Match di Elite Eight
contro i temibili ed odiati BluDevils di Duke; in mondovisione Ware si
disintegra una gamba tra le lacrime dei compagni, la svomitazza di altri, il
dramma del giocatore. Da lì in poi nessuno avrebbe firmato Louisville, neanche
Michigan. Vittoria del titolo nazionale, tra i suoi riconoscimenti personali c’è
il titolo di miglior giocatore dello stato di Washington, All American,
giocatore dell’anno nella Conference Big East (tra le più combattute
d’America), vincitore della Big East e mvp. Tutti ai piedi di Siva che esce dal
college e viene chiamato da Caserta ma risponde picche, vuole giocare tra i pro
nonostante la taglia esigua (183 cm, stando alle cronache). In Nba è stato
scelto da Detroit, poca fortuna; stesso dicasi con gli Orlando Magic. Meglio in
NBDL con gli Erie Bayhawks ma ora voleva provare una nuova esperienza. Prende
l’aereo e vola a Caserta con sua moglie Patience e la piccola Adalynn che
potrebbe diventare la Riley Curry del Palamaggiò.
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Il suo tatuaggio 206 in onore di Seattle |
Ma la grandezza
di Siva è anche e soprattutto per il ragazzo e la sua vita privata. Cattolico osservante,
grande comunicatore, leadership innata nonostante un’infanzia tutt’altro che
facile: cresciuto con la mamma che per sfamare tutta la famiglia si spaccava la schiena con tre
lavori, il fratello maggiore e la sorella molto famosi al Commissariato di zona
visti i problemi con la legge (dentro e fuori dal carcere), un papà che si
faceva di alcol e droghe quotidianamente. L’avventura più incredibile della sua
vita è a 13 anni quando sale su una macchina, da solo, e guida alla ricerca del
padre che era scomparso da qualche giorno. Lo trova in una casa abbandonata,
con una pistola in mano, pronto al suicidio. Il piccolo Peyton gli parla, trova
le parole giuste e lo fa desistere dal tentativo. Siva è una leggenda nel suo
quartiere visto l’aiuto che ha dato a tanti ragazzi per sfuggire all’alcol e la
droga. Così com’è riuscito a fare col padre. Spesso è possibile trovarlo nella
mensa dei senzatetto a servire un pasto caldo ai bisognosi della sua Seattle. Lì
lo conoscono tutti anche per la grandissima esperienza avuta alla Franklin High
School dove portava a scuola avversari quotati e di altra stazza e, fidatevi, non è facilissimo mettersi in mostra
quando giochi nella città di Hendrix e Kurt Cobain. E’ il samoano
più famoso d’America, legato strenuamente alle sue origini, Siva sarà sicuramente uno dei
personaggi della prossima LegaA. Tifoso sfegatato dei Seattle Seahawks (eh caro
Peyton quest’anno i miei Patriots ti hanno battuto), ha provato prima col calcio (si
narra che sia bravo, Casertana facci un pensiero), da buon abitante di quella
città incantevole ha un tatuaggio sul braccio con scritto 206: è il codice
postale di Seattle, è il saluto tra i giocatori provenienti da lì. Perché
se sei di Seattle, 206 lo porti nel cuore e nella vita. 206 Peyton, benvenuto a
Caserta.
Camillo Anzoini