sabato 5 settembre 2015

UN GRANDE SOGNO AZZURRO


E’ bastato un video una traccia musicale un qualcosa di virale. Tutti da una parte dello spogliatoio raggruppati a torso nudo, la canzone parte, un cameraman e via allo show. Le note erano quelle di Baby K feat Giusi Ferreri nel pezzo Roma-Bangkok. Gli interpreti? L’intera nazionale azzurra di basket guida da un Hackett davvero in grande spolvero come ballerino. Ed allora è proprio prendendo spunto da alcune strofe della stessa canzone vogliamo provare a dare il via al nostro di Europeo. Quello di Oltre l’ultimo Secondo e fino all’ultimo secondo. AVANTI ITALIA!!!

«Vestiti in fretta perché ho voglia di far festa, sai non importa il trucco, la bellezza è in testa!»
I vestiti sono quelli colorati di azzurro, sono quelli colorati di rosso e di verde intervallati da un bianco splendente. La festa? Per ora un passo alla volta altrimenti i più scaramantici non leggeranno più questo blog. La bellezza è in testa. In cima o nella testa? Tutte e due. Gli azzurri di quest’anno nella loro di testa hanno un obiettivo che è la testa di un percorso in nazionale, una cima che da troppo tempo guardano da lontano.

«Abbiamo visto il cielo piangerci addosso. Perciò balliamo ora che il Sole è nostro
Voglio una musica che mi ricorda l'Africa. All'improvviso tutto il mondo cambia pagina
Innamorarsi con la Luna nel mare Partire, tornare…»
Un cielo fatto di nubi di talento cestistico che stentava ad arrivare anche quando alla base delle varie selezioni c’era la scritta Nba dei primi italiani volati oltreoceano. Sconfitte, troppo poco talento per poter sgomitare ed emergere all’interno di un continente prima ancora che di un globo terrestre talmente avanti da far sembrare quello azzurro un cielo triste, cupo e senza speranza. Ancora sconfitte. Tante. Ora? Non più. All’improvviso il mondo cambia pagina. L’Italia del basket nel silenzio generale cambia passo. Datome, Gallinari, Gentile, Aradori, Belinelli. Tutti giocatori che anno dopo anno insieme agli altri hanno aumentato i giri dei loro personali motori portando quello dell’Italbasket ad avere un rombo diverso. Un rombo che negli ultimi anni, nonostante quanto accaduto all’ultimo appuntamento Europeo – contate anche tutte le attenuanti del caso – ha portato gli amanti della palla a spicchi ad innamorarsi con la luna nel mare. A sognare quella luna a spicchi in un mare di talento chiamato Eurobasket.


«E senza sapere quando. Andata senza ritorno. Ti seguirei fino in capo al mondo. All'ultimo secondo. Volerei da te da Milano fino ad Hong Kong. Passando per Londra, da Roma fino a Bangkok. Cercando te…»
Nessuno può dire come e quando questa Nazionale avrà la sua vera e piena consacrazione. C’è stata una frase di Datome che recitava: «Non voglio essere parte di una generazione che non ha mai vinto nulla con la maglia della nazionale». Che lascia intendere che quello intrapreso pochi giorni fa verso Berlino potrebbe essere anche essere la volta buona per un viaggio senza ritorno. Ritorno dove? Nel limbo del basket Europeo. La volta buona per sfruttare al meglio tutto il talento gli azzurri si ritrovano visto che non a caso quella attuale è stata considerata la nazionale più talentuosa di sempre. I tifosi? Ovviamente quelli l’hanno sempre seguita perché il sangue è arancione con degli spicchi. Sempre e fino in capo al mondo. Dovessero però questa volta passare attraverso i confini di Montpellier, Berlino, Riga e Zagabria. Chilometri su chilometri per cercare te. Te come Italia. Te come Basket di alto livello. Te come un sogno che tutti noi coltiviamo da tempo. Anzi facciamo da quel 1999.

«Alza il volume della traccia Torneremo a casa solo quando il Sole sorge. Questa vita ti sconvolge
E senza sapere quando… Anche i muri di questa città Mi parlano di te Le parole restano a metà E più aumenta la distanza tra me e te Giuro questa volta ti vengo a prendere….».
Con ogni probabilità questa sarà stata la parte della canzone che ognuno dei componenti azzurri vorrebbe fare propria alla fine dell’ultimo giorno, come accadde ai vari Meneghin, Myers e cosi via tanto, tanto tempo fa.

«E senza sapere quando Volerei da te da Milano fino ad Hong Kong. Passando per Londra, da Roma fino a Bangkok, cercando TE…»
E allora non vogliamo sapere quando. Non vogliamo sapere come. Non vogliamo sapere se di un punto allo scadere o dominando in lungo ed in largo. Quello che vogliamo sapere e provare è quell’adrenalina che corre lungo il corpo di chi cerca e insegue un sogno. Quell’adrenalina di chi cerca TE, chi cerca Eurobasket, chi cerca soddisfazioni e forse potete anche ripetervelo sotto voce per non farvi sentire: l’olimpiade.

https://www.youtube.com/watch?v=GCPQ6_F-xfo

Domenico Pezzella

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