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lunedì 22 giugno 2015

LA LEGGENDA NORDCOREANA

Questa volta avevo un pensiero fisso.
Voglio scrivere di una leggenda contemporanea.
Allora l’ho cercata e alla fine ne ho trovata una che un po’ per la data e un po’ perché non l'ha vissuta, non la ricorda più' nessuno ma basta scrivere no?! 
Pak Doo-Ik (PyongYang 17\3\1942) è un ex calciatore della Corea difficile, quella del Nord che è stato uno dei protagonisti del mondiale del 1966 in Inghilterra. Fece goal al ‘42 il 19 Luglio contro l’Italia e ci eliminò, ma non è solo questa la sua storia.
Le guide turistiche coreane lo considerano uno dei cinque personaggi principali di Pyongyang, insieme ad un politico, una cantante lirica, un compositore e un linguista.
Il celebre gol di Pak Do-Ik all'Italia nel 1968
Lui per molti anni è stato l’uomo leggenda per eccellenza nello sport occidentale e non del tutto per meriti sportivi ma proprio inteso come storia. Dopo il goal che di fatto ci fece tornare a casa in quel mondiale, la nostra stampa iniziò a diffondere la notizia che Pak Doo-Ik fosse in realtà un dentista, messo in campo un po’ per caso, e non un vero calciatore. La verità è che è stato un ex-tipografo, poi militare dell'esercito. 
La sua storia è più complicata di quella leggenda.
Il Chollima Team (Cavallo Alato), e cioè la squadra nordcoreana, e questo fu il nome che loro stessi si diedero, si presentò al mondiale del 1966 con un avvertimento del dittatore Kim Il Sung che gli risuonava in testa: "Dovete vincere una o due gare. Per farlo dovete correre velocemente e tirare con precisione". Pak eseguì alla lettera tanto che il nostro ct Fabbri mandò il vice a vederli allenare e questi al ritorno disse: "Corroro, corrono, sembrano ridolini".
Insomma Pak ci fece goal e la notte fu baldoria per tutta la squadra. L’Inghilterra li aveva adottati, i pub e le inglesi pure e Kim fece arrivare notizie di compiacimento.
Poi venne il Portogallo e i 5 goal subiti e il ritorno in patria non fu poi così glorioso per tutti ma non per Pak che la sera dopo l’Italia era rimasto in camera per una gastrite.
Kim Il Sung li dichiarò "borghesi e rovinati dall’imperialismo" e fece addirittura spedire alcuni giocatori in campi di torture a mangiare insetti. Ma il malore 'fortunato' di Pak Doo-Ik  lo protesse dall’ira funesta del dittatore che dopo averlo allontanato dalla capitale lo spedì a fare il boscaiolo per 10 anni per poi reinserirlo progressivamente dello sport nordcoreano dapprima facendolo dirigere il comitato atletico di una città periferica e poi facendolo tornare a Pyongyang come tecnico di una squadra di calcio e infine come direttore dello Stadio.
La storia si conclude con la grande villa a due piani con pochi ricordi di Pak a Pyongyang, gli inglesi che fanno un documentario su quella storia del mondiale del 1966 intitolandolo 'La Partita della Loro Vita' e l'unica frase di Pak Doo-Ik sull'intera vicenda: "La verità è che segnai un gran goal".

Tiziana Tavilla

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