Le storie che ci raccontavano da bambini avevano spesso come
protagoniste la magia di streghe, fate e quant'altro, che con il loro tocco
sapevano trasformare l'impossibile in realtà. E in queste storie c'erano sempre
dei grandi balli, di quelli per cui forse serve l'invito, ma che puntualmente
finiscono allo scoccare della mezzanotte. Ecco è giunta mezzanotte, ma stavolta
il ballo, almeno per le latitudini europee, inizia con la palla a due della
Final Four della Ncaa Basketball, "The original basketball" a stelle
e strisce. Si gioca a Indianapolis, una terra che ha conosciuto negli anni 80'
l'unica squadra che abbia mai portato a compimento un percorso netto senza
sconfitte, cosa che cercheranno di emulare i Kentucky Wildcats, arrivati fin
qui in carrozza.
Diciamo che 3 dei quattro inviti per il gran ballo erano già
stati staccati con anticipo: Kentucky ha un roster profondo, con una batteria
di lunghi che fa faville in qualsiasi aspetto del gioco, un paio di cecchini
sul perimetro che potrebbero essere credibili come shooter di qualche film di
spionaggio, ma soprattutto una convinzione nel proprio gioco che sembra
annientarti prima già di ogni partita.
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L'ennesima Final Four di Coach K |
E questa squadra l'avevamo ampiamente segnata ognuno di noi
sul nostro personale bracket. Si forse una squadra che si è applicata al
massimo dell'estremismo tattico come Notre Dame l'ha messa in difficoltà, ma
nella pallacanestro oltre alla tattica ci vuole il talento e in quanto a questo
i Wildcats hanno, nella città delle corse automibilistiche, una Lamborghini
Murcielago fiammante pronta a partire. Gli avversari saranno un'altra squadra
con la #1 del seeding, Wisconsin, che i pronostici volevano lì, ma che in molti
bracket, nell'accoppiamento contro Arizona, che puntualmente è stato preso,
sarebbe dovuta uscire.
Forse è stata la partita più emozionante di quelle viste
alle Elite Eight, io avevo scommesso molto sulla sconfitta dei grigiorossi, ma
come sovente capita il banco ha vinto e quindi si ritrovano a giocarsi un posto
in finale contro una formazione che non hanno da temere.
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La gioia degli Spartans |
Un pivot molto
importante come Kaminsky può soffrire di energia ma ha quella gran faccia tosta
per ribattere colpo le scorribande avversarie. Se la gara si incanalasse sui
binari dell'equilibrio potrebbero dire la loro. Altra #1 è Duke, nell'altra
semifinale, con roster giovane e frizzante, allenato dal solito coach K, che è
venuto fuori bene da un torneo che ha avuto qualche alto e basso, seppur la
vittoria è sempre arrivata. La strada che porta alla finale sembrerebbe essere
in discesa, ma molte volte il più grande nemico dei Bluedevils è proprio nella
convinzione di aver già in tasca la vittoria. Perchè la quarta è ultima
candidata alla finale è quella non invitata, l'imbucata di gran lusso, che
veste colori verde scuro, è allenata da coach Izzo, che quando vede Marzo si
traveste da Phil Jackson e trasforma una squadra onesta in qualcosa di più.
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Promette scintille la sfida tra Kentucky e Wisconsin |
Hanno battuto le teste di serie #2, #3 e #4, chissà che non riescano a fare lo
stesso. Di certo il roster ha rotazioni limitate e il talento è discreto ma non
esaltante, ma le motivazioni che il coach sa trovare dai suoi, nonchè la
capacità di togliere all'avversario i propri confort spot sono qualcosa di
praticamente indescrivibile. E se poi dovremmo concludere, perchè non la
Cinderella? Chiunque dopo aver eliminato Pitino e la sua Louisville al
supplementare sarebbe carico a mille, dunque attenzione, perchè forse 300
spartani alle termopili pur finendo male divennero mortali, ma ne potrebbero
bastare poco meno di una dozzina per scrivere una pagina immortale di storia
sportiva, magari da vincenti.
Dunque a tutti gli appassionati, godetevi il sabato sera,
magari uscite prima e per la mezzanotte tutti davanti ai pc e alle tv, per uno
spettacolo di 4 ore o forse più di pallacanestro genuina, autentica e
passionale in cui vale la pena tuffarcisi a capofitto.
#Attenzioneloshowpuòcrearedipendenza
Domenico Landolfo
Di seguito il video dedicato alla March Madness accompagnato dalle note della stratosferica Rihanna
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